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Arte rupestre: l’espressione culturale più antica che conosciamo

24 Aprile 2020 louis
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Con l’espressione ‘arte rupestre’ vogliamo definire tutta una serie di testimonianze grafiche come disegni preistorici, graffiti ed incisioni, rinvenute prevalentemente in grotte, caverne, o pareti rocciose; generalmente i soggetti scelti rappresentano quasi sempre scene di vita (caccia, guerra, lavoro nei campi), e c’è da rabbrividire se si pensa soltanto al fatto che alcune di queste ‘opere rupestri’ risalgono a più di 40.000 anni fa!

Nonostante oggi si utilizzino tecniche all’avanguardia come esami al radiocarbonio su campioni di roccia per poter stabilire esattamente l’epoca a cui risalgono, non si può tuttavia essere certissimi dei risultati a causa di possibili contaminazioni successive degli stessi campioni (ad esempio una caverna potrebbe anche essere stata ‘abitata’ da qualcun altro in epoca più recente), cosa che ancora oggi suscita dibattiti e polemiche tra archeologi, storici, ed appassionati di questa materia desiderosi di fare passi avanti con le loro scoperte.

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Caratteristiche tecniche utilizzate nell’arte rupestre

Disegni che per la maggior parte riproducono scene di caccia e grossi animali selvaggi (bisonti, cervi cavalli, renne), molte volte raffigurati mentre venivano trafitti da lance o comunque ferìti, venivano eseguiti su grosse pietre o pareti rocciose mediante utilizzo di pigmenti di carbone vegetale, spesso addirittura mescolati con fluidi corporali e feci, teoria confermata in un certo senso dalle loro colorazioni quasi sempre tendenti al marrone, giallo, rossiccio e nero.

Pare che le prime tre dita della mano (pollice, indice e medio) venissero direttamente bagnate in questa specie di ‘pittura biologica’ per poi disegnare direttamente sulla roccia, in modo tale da dare un effetto di tridimensionalità al soggetto rappresentato; in una seconda fase poi i disegni venivano ‘ritoccati’ utilizzando piccole pietre come attrezzi di precisione, in grado di levigarli o di addolcirne le forme.

Petroglifici e pittografie: le rappresentazioni più conosciute

Fatta eccezione dell’Antartide, testimonianze di arte rupestre sono state rinvenute in tutti i continenti, ed alcune di esse risalgono addirittura all’ultima glaciazione del nostro pianeta; resta comunque chiaro che l’erosione del tempo ha inciso non poco sulla loro conservazione e, specie se parliamo di graffiti o incisioni rinvenute in grotte, non è facile dare loro una precisa collocazione del tempo, anche perché potrebbero essere state contaminate da altre civiltà posteriori che hanno magari usato quella stessa caverna come dimora.
In Francia e Spagna troviamo alcune tra le più note ‘opere rupestri’ che si pensa risalgano al periodo di transizione tra il Paleolitico ed il Neolitico (le grotte di Altamira in Cantabria ne sono un esempio), e questo si nota con l’apparizione per la prima volta nei disegni di figure umane, impronte di mani e piedi, ed altri soggetti facenti parte del contesto in cui si viveva. Il Monte Bego nelle Alpi italiane, i Balzi Rossi di Ventimiglia, e le grotte della Val Camonica in Lombardia sono altri luoghi di particolare interesse archeologico, nei quali è possibile incontrare testimonianze di pittografia e petroglifici preistorici.

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L’arte rupestre nel mondo

Se si pensa che soltanto nella regione franco-cantabrica sono state censite più di 300 grotte e caverne con rappresentazioni di arte rupestre, senza contare poi quelle che sono state cancellate dall’erosione nel tempo, è facile immaginare quanti luoghi ancora possano esistere nel mondo ad offrire queste testimonianze grafiche della preistoria, e quanti di essi sono ancora da scoprire.

Il ‘Fiordo de Alta’ in Norvegia ad esempio offre evidenti segnali di civiltà vissute in quei luoghi attorno al 4200 a.C.; centinaia di disegni ed incisioni, la maggior parte dei quali aventi come soggetto grossi animali estinti (mammut o enormi renne), o anche scene di vita quotidiana, caccia e pesca, sono infatti ancora oggi perfettamente visibili, così come nella Valle di Coa in Portogallo, in Fossum (Svezia), ed in Val Camonica (Italia).

Val Camonica: una mostra di arte rupestre a Brescia

Alcuni tra i più suggestivi petroglifi preistorici esistenti al mondo si trovano in Val Camonica, una delle più estese vallate di tutta la catena delle Alpi, in provincia di Brescia. Circa 2000 rocce presenti in 180 località appartenenti a 24 comuni diversi, recano sulla loro superficie evidenti testimonianze di antiche civiltà; ben 8 parchi attrezzati per effettuare una visita emozionante e molto suggestiva sono stati allestiti in collaborazione con la Unesco, ed è possibile apprezzare il tutto in una meravigliosa cornice naturale.

Le riserve naturali di Paspardo, Ceto e Cimbergo, sul versante orientale della Val Camonica, custodiscono ad esempio oltre 400 rocce incise, ma non di minore interesse sono anche il parco di Naquane, situato a Capo di Ponte(Brescia), o quello di Luine e Monticolo, appartenente sempre al medesimo comune lombardo.

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